Oggi ho incontrato Andrea Vitali e abbiamo parlato del suo romanzo.
Sotto un cielo sempre azzurro
(Garzanti, 2019)
La mia citazione preferita si trova a pagina 76:
[…] In casa, senza la sua compagnia, mi sembrava di essere dentro uno scatolone come se fossi una statuina del presepe e più di una volta scappai in camera per andare ad annusare i suoi vestiti da cui emanava ancora il suo odore: era un profumo che prendeva vita sotto i miei occhi e sapeva di terra, di vento e di acqua misto a un po’ di sudore ed era tutto ciò che del nonno potevo avere in quei momenti. Quando mi entrava nel naso mi afferrava una malinconia cui non sapevo resistere, allora mi mettevo alla finestra della camera a guardare il bosco aspettando che lui prima o poi spuntasse. Ma dal bosco uscivano solo il buio della sera e qualche gatto randagio […] A scuola sbagliai una banale prova di divisioni, venni ripreso un paio di volte perchè guardavo fuori dalla finestra verso i tetti delle case che stavano lì intorno. Quello che vedevo però erano gli alberi del bosco dove andavo col nonno e le foglie che si staccavano dai rami: portavano con sé i pensieri degli alberi, mi aveva spiegato il nonno, la loro ragione d’essere. E andavano a mischiarsi con la terra per entrare nelle radici e risalire piano piano per ritornare al proprio posto la primavera successiva in nuove foglie: tutto e tutti, diceva, hanno il loro posto nel mondo, non bisognava mai dimenticarlo. […]
Tre aggettivi per descrivere questo libro: fiabesco, profumato di bosco, ottimista.
Grazie ad Andrea Vitali perchè, come ci ricorda l’autore nel racconto in appendice “Sui matti non piove mai” e nella breve, ma significativa, dedica posta all’inizio del libro “A chi sa di esserlo e a chi non lo sa” dobbiamo chiederci seriamente cosa sia davvero la “normalità” e la “pazzia”. Grazie Andrea.
Como, Libreria Ubik, venerdì 8 novembre 2019