In questo mese sono stata costretta e rivedere la mia opinione su me stessa e non è stato per nulla piacevole.
Io ero Anna Ponti, studiosa capace, capo archivista del municipio di Basilea, donna indipendente, poliglotta, anche artista se vogliamo. Avevo una bella casa, il frigo pieno e tanti amici. Oddio, forse gli amici non erano poi così tanti, ma comunque ne avevo, mi piaceva chiacchierare con loro e uscire a cena, andare ai concerti, ascoltare conferenze.
Insomma: ero una brillante cittadina del mondo. In Svizzera.
E ora? Cosa sono? Chi sono? Una esule in patria. Un’illusa che è tornata in Italia, nel suo paese natale, per cercare di dare una mano e di salvare il salvabile.
Sì, ma cosa c’è da mettere in salvo?
Chi c’è da salvare?
[…] Ecco. Forse sono una miracolata: Anna Ponti da Torrechiara, archivista devota a santa Teresa, salvata da donna Albina, abile segnatrice e strega tuttofare. Forse. Lo scopriremo solo vivendo, come diresti tu, amore mio, se solo fossi qui o se tu potessi mandarmi almeno un messaggio.
Come eravamo fortunati. Ce ne rendevamo conto? Non lo so. E ora che senso ha chiederselo?
[…] Trenta giorni trascorsi qui, in questa situazione indecifrabile, sono bastati per farmi sembrare impossibile quello che prima era normale, banale, quasi scontato.
Qui di scontato non c’è nulla. Ogni sera vado a letto senza sapere cosa succederà il giorno dopo. Mi sento fragile, indifesa, totalmente dipendente da Albina.
[…] Forse è arrivato il momento di tornare al castello e iniziare davvero a fare quello che sono capace di fare. […] Cercare di trovare quel filo invisibile e misterioso che unisce antiche carte dimenticate e che permette poi di ritrovarle quando servono.
[…] Ho così bisogno di parole, ho un desiderio pazzo di parole, discorsi, notizie. Ho sempre vissuto di queste cose e ora mi mancano terribilmente.
[…] Ho già dimenticato troppe cose nella mia vita.
Scrivo per non dimenticare. Scrivo per sopravvivere a me stessa.
SINOSSI
Anna Ponti, esperta archivista emigrata in Svizzera, decide di lasciare la città di Basilea, dove si è costruita una vita soddisfacente sia a livello professionale che sentimentale, per tornare in Italia. Due sono i motivi che la spingono a compiere questo passo: ritrovare la sorella che non vede da anni e dare il proprio contributo alla tutela degli antichi volumi e delle opere d’arte che in patria rischiano di andare perduti e distrutti.
Destinazione il castello di Torrechiara.
Siamo nel 2027 e l’Italia è in piena guerra civile; una feroce dittatura dà la caccia a dei fantomatici Sabotatori e perseguita la popolazione non allineata con il regime. Ma chi sono in realtà costoro?
Nei silenzi e nei nuovi ritmi di Torrechiara Anna scoprirà chi siano davvero i Sabotatori. Una storia di lotta, di passione, di percorso rivoluzionario degli eventi, ma, soprattutto, di solidarietà al femminile e di rinascita dalle macerie.
L’archivista di Torrechiara, di Paola Minussi
(Bertoni editore)
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