Toccata e Fuga. Storie di Italians, tra sogni, progetti e musica classica, Radiomir, 5 maggio 2021 – Attraverso le note di Erik Satie, ho incontrato Emma Fenu, studiosa di storia delle donne e scrittrice, fondatrice dell’Associazione Cultura al Femminile, ora in Danimarca. Eccola.
Ascolta la puntata di gennaio di Toccata e Fuga su RadioMir.space:
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Emma Fenu (Danimarca), studiosa di storia e letteratura delle donne e scrittrice, fondatrice dell’associazione Cultura al Femminile.
Emma Fenu – Come ho sempre detto molte volte nella mia vita, non ho scelto l’espatrio; l’espatrio ha scelto me. […] Ho scoperto la mia identità, e la mia sardità nello specifico, attraverso la cultura positiva della differenza, l’arricchimento della differenza, perché se vuoi accogliere l’altro, prendere dall’altro, devi anche essere consapevole di chi sei, da dove vieni, qual è la tua storia, cosa hai da donare. L’interesse verso la Sardegna, verso le mie origini, verso l’antropologia, il mito, verso quanto in comune l’umanità possa avere prima del Tempo (con la T maiuscola) nasce proprio nell’espatrio. Devo molto alla Danimarca, devo la capacità di aver superato limiti che non pensavo di superare. […] Sono cresciuta in un lasso di tempo molto importante, che è quello che va dai trenta ai quarant’anni; da questo Paese ho preso l’interesse per le piccole cose, l’emozione per il sole (da non dare per scontata) e la capacità di crearsi un sole ‘dentro’, anche fatto di candele.
Cosa ho dato? Credo di aver dato tutto quello che potevo: ho dato me stessa, mi sono resa disponibile per la comunità italiana, e non solo. Credo di non essermi nascosta e di essermi rivelata per quello che sono, compreso il fatto di essere italiana. E penso di aver insegnato [a chi mi stava intorno] che, in qualche modo, c’è sempre un nuovo sogno che ne rimpiazza uno non esaudito e che è possibile reinventarsi, anche se costa fatica, costa dolore.
Per chi volesse saperne di più sulle attività di Emma Fenu e dell’Associazione Cultura al Femminile, di cui è fondatrice e presidente, ecco gli indirizzi in cui trovarla:
www.facebook.com/emmafenuautrice
culturalfemminile.com/la-redazione
Erik Satie: non solo le celeberrime Gymnopédies
Vi propongo un assaggio della produzione musicale di Erik Satie (Honfleur, 17 maggio 1866 – Parigi, 1 luglio 1925), cominciando con la celeberrima Gymnopédie numero 1, la prima di una serie di tre Gymnopédies – che sono le opere più ascoltate e riconosciute del compositore francese – per proseguire con la Sonatina Bureaucratique per pianoforte, una sorta di omaggio ironico a Muzio Clementi (e chi si è cimentato negli studi pianistici, non farà fatica a riconoscere le parodie delle melodie e delle ritmiche che Satie opera sul brano del Clementi).
Concludiamo con un brano che non si associa spesso alla poetica del compositore, ma che ci parla della vena più mondana e, anche erotica, della sua produzione musicale: Je te veux (‘Io ti voglio’). Eccone il ritornello, molto appassionato ed esplicito:
Vorrei vivere tutta la mia vita accanto a te,
e che le tue labbra siano mie,
che il tuo corpo sia mio,
e che tutta la mia carne sia tua,
vedo nei tuoi occhi la promessa divina
che il tuo cuore, amorevole,
viene alla ricerca delle mie cure.
Unite per sempre, bruciando nelle stesse fiamme
in un sogno d’amore
scambieremo le nostre anime.
Del resto, Satie conduceva una vita bohémienne, nella Parigi dei caffè e dei locali notturni del quartiere di Montmartre, durante il periodo della Belle Époque, frequentando ogni giorno – e ogni notte – artisti, poeti, ballerine, pittori, donne e uomini di mondo. Non deve quindi stupire anche questa sua vena così ardita e sensuale.
Ecco una delle sue frasi ad effetto, raccolte e riordinate da Ornella Volta nell’opera Quaderni di un mammifero in cui la studiosa si è presa la briga di riordinare e assemblare quattromila bigliettini sparsi e ritrovati nella casa di Satie dopo la sua morte (insieme a sette ombrelli ancora confezionati, che Satie non aveva mai utilizzato, fosse mai che si bagnassero sotto la pioggia…).
Tutti vi diranno che non sono un musicista. È vero: fin dall’inizio della mia carriera, mi sono immediatamente situato tra i fonometrografi. Le mie opere sono pura fonometria.
(Erik Satie, Quaderni di un mammifero, a cura di Ornella Volta, Adelphi, 1983, pag. 55)
Dice di lui John Cage, celebre compositore di musica sperimentale e scrittore statunitense scomparso nel 1992:
Per interessarsi a Satie occorre cominciare non avendo interessi, accettare che un uomo sia un uomo, lasciar perdere le nostre illusioni sull’idea di ordine, di espressione dei sentimenti e tutti gli imbonimenti estetici di cui siamo gli eredi.
Non si tratta di sapere se Satie è valido.
Egli è indispensabile.
Non potremmo, forse, affermare lo stesso per l’arte in generale?
In tutti questi anni, oltre all’amore per i libri, quello per la radio non mi ha mai abbandonato, anzi, è cresciuta in me e, da ascoltatrice assidua ed entusiasta, mi sono spinta un po’ più in là e ho cominciato a ideare e a condurre alcune rubriche radiofoniche. Le storie, la musica e il sentirmi cittadina del mondo: queste le mie grandi passioni.
Per questo, desidero condividere con voi la rubrica che ho ideato e che curo per Radio Mir dal titolo Toccata e Fuga. Storie di Italians, tra sogni, progetti e musica classica.
Ah, la sigla che ho scelto per la trasmissione è 1. movimento Allegro dal Duo in Sol maggiore di Filippo Gragnani (1768-1820), nella versione del Duo Ghiribizzo, formato da me e Joachim Geissler.
Scopri tutte le puntate a partire da qui.