Lettera immaginaria ad Anna Politkovskaja. Giornalista e scrittrice russa che ha pagato con la vita la propria missione di testimone e di narratrice del suo tempo e il suo impegno per i diritti umani, in opposizione aperta al presidente della federazione Russa Vladimir Putin. La ricordo oggi, in occasione della Giornata internazionale della donna.
Cara Anna, come stai?
Lo so che non puoi rispondere, ma te lo chiedo lo stesso perché è bello cominciare una lettera così e perché, nonostante tutto, tu vivi ancora tra noi, con le tue parole, i tuoi libri e con gli articoli di giornale attraverso i quali hai sempre raccontato il tuo tempo.
Tempo e tempi terribili quelli in cui tu hai vissuto.
Tempi tragici quelli che stiamo vivendo.Lo so, tu ci avevi avvisato. Noi non ti abbiamo ascoltato.
Diciamolo chiaramente, non è un mondo per donne.
In realtà, a ben guardare, questo non è nemmeno un mondo per esseri umani, ossia per tutte quelle persone che si ostinano a cercare e a vedere nell’altro, nel diverso, nello sconosciuto, e a volte anche nel vicino di casa, un essere umano con cui condividere le fatiche, ma anche le gioie di stare insieme nel mondo.
Alla fine siamo tutte e tutti sulla stessa barca, che ci piaccia o no.E non è nemmeno un mondo per chi ha il coraggio di denunciare le ingiustizie, gli abusi, i crimini di chi ha il coltello dalla parte del manico. E lo usa, quel coltello.
Non è un mondo per chi usa gentilezza e bellezza per spiegare ciò che accade e cercare, con onestà e umiltà, di portare un po’ di luce e di chiarezza nella buia complessità degli avvenimenti che ci circondano.Non era un mondo per te, cara Anna: ne hai avuto di coraggio e non ti sei mai tirata indietro nel narrare e denunciare le nefandezze del regime feroce e dittatoriale di Vladimir Putin in Russia.
Per questo hanno tentato di farti fuori una prima volta in aereo, mentre volavi a Beslan: ricordi? Certo che ricordi. Stavi andando in questa città, nell’Ossezia del Nord, per cercare di mediare con il gruppo di terroristi (fondamentalisti islamici e separatisti ceceni) che avevano occupato un edificio scolastico, sequestrando quasi milleduecento persone tra adulti e bambini. Tu sapevi di essere tenuta molto in considerazione negli ambienti ceceni, eri una “negoziatrice privilegiata”; e, avresti avuto una possibilità, almeno una, di evitare un massacro.
Ma così non è stato, durante il volo ti è stato aggiunto al tè un veleno. Sei stata male e, solo grazie a una hostess che deve aver capito cosa stava succedendo, l’aereo è tornato indietro e sei stata subito ricoverata in ospedale. Ti sei salvata per un pelo.
Due giorni dopo le forze speciali russe hanno fatto irruzione nella scuola.
È stato un massacro: oltre settecento feriti, sono morte più di trecento persone, fra le quali 186 bambini. Questa la politica dell’uomo forte, del padre-padrone.
Il trionfo del patriarcato.Era il 3 settembre 2004; due anni, un mese e quattro giorni dopo ti hanno zittito per sempre, con quattro colpi di pistola sparati da sicari che ti hanno aspettato sotto casa. Mi sembra di vederti: è sabato, approfitti di qualche ora libera per andare a fare la spesa al supermercato e organizzare la quotidianità che inchioda tutte e tutti noi a compiere gesti in automatico. Scarichi le buste dalla macchina, le appoggi per terra nell’atrio del palazzo e aspetti che l’ascensore arrivi. L’ascensore arriva, tu sali e poi… più nulla. Solo quattro bossoli e una pistola Makarov, accanto al tuo corpo senza vita.
Silenzio.Era il 7 ottobre 2006, compleanno di Vladimir Putin.
«Con il presidente Putin non riusciremo a dare forma alla nostra democrazia, torneremo solo al passato. Non sono ottimista in questo senso e quindi il mio libro è pessimista. Non ho più speranza nella mia anima. Solo un cambio di leadership potrebbe consentirmi di sperare.»
Così dicevi, cara Anna.
E così è.Ciao Anna, grazie della tua voce fuori dal coro.
E oggi siamo qui. La notte tra il 23 e il 24 febbraio Vladimir Putin ha dato l’ordine di attaccare l’Ucraina, spiegando di aver autorizzato «un’operazione speciale» per smilitarizzare il Paese e per «proteggere il Donbass».
Quando penso alla ricorrenza di oggi, otto marzo, Giornata Internazionale della Donna, il pensiero corre a tutte le donne eccezionali che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita. E sono state parecchie.
Per questo, oggi, il mio pensiero va a tutte le compagne di viaggio della Women in White – Society, associazione che ho fondato insieme ad un gruppo di donne splendide con le quali ho dato vita a tantissime iniziative, non ultima la lettera aperta del marzo 2018 e i pensieri condivisi riguardo questa giornata che riteniamo sia ancora necessario celebrare.
Potete ascoltare dal vivo le loro voci nella rubrica radiofonica Spazio al Femminile, in podcast su CiaoComoRadio a partire da mercoledì 9 marzo 2022.
Insieme possiamo davvero fare la differenza.
P.S.: Letter to Anna è il titolo del documentario girato da Eric Bergkraut, vincitore del Premio Vaclav Havel al Festival per il film documentario One world international human rights del 2008.
Mandato in onda dalle principali televisioni europee (BBC, ZDF, ARD, SF), in Italia non è ancora stato trasmesso e non ha avuto distribuzione nelle sale cinematografiche. Nel maggio del 2008 (fino al novembre 2011) ricopriva la carica di Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, grande amico e compagno di merende di Vladimir Putin.
Anna è… Anna Politkovskaja.