In questo periodo va così: non possiamo ancora imbarcarci sul primo aereo in partenza per Lisbona e sederci a sorbire un cafezinho a un tavolino del Miradouro di Graça, ma possiamo viaggiare attraverso le storie e le pagine dei libri. E allora non perdiamoci d’animo: con grande piacere, vi propongo il quarto episodio di questa rubrica dedicata ai consigli di lettura e ai suggerimenti di libri che parlano del Portogallo e di Lisbona. Come di consueto, mi accompagna in questo viaggio Liliana Navarra, italiana che vive a Lisbona da diciotto anni, guida turistica, esperta del Portogallo, scrittrice e blogger.
Entrambe appassionate lettrici, vi condurremo in un vero e proprio viaggio in Portogallo attraverso i libri e le storie lì ambientate.
I libri di oggi
Insieme a Liliana, in questa rubrica, tanti spunti di lettura, idee per itinerari di viaggio insoliti e suggestioni letterarie, che raccontano non solo del Paese più a Occidente d’Europa e che profuma di Oceano, ma anche di quei Paesi africani che, per un certo periodo, hanno fatto parte della sua rete coloniale, come l’Angola e São Tome e Principe.
E proprio per questa quarta tappa del nostro viaggio tra le righe ho scelto per voi questi due Paesi, raccontati in due libri, che hanno come punto di partenza Lisbona, ma che poi salpano verso queste mete esotiche: Equatore di Miguel Sousa Tavares (Cavallo di Ferro, 2008) e In culo al mondo di Antònio Lobo Antunes (Feltrinelli, 2009).
Ecco la diretta della quarta puntata:
Equatore
In Equatore le mie citazioni preferite si trovano alle pagine 303 e 64:
Al momento dell’addio, è assai più triste restare che partire, e su un’isola esiste fra le due cose una differenza sostanziale, come se ci fossero due categorie di esseri umani: coloro che vivono nell’isola, e coloro che arrivano e ripartono.
[…] Avevano deciso di chiamare la loro compagnia «I sopravvissuti», a significare che erano disposti a godere di tutto quanto la vita lisboeta di inizio novecento poteva offrire. […] Non erano moralisti, non avevano giurato di salvare la Patria, non credevano in un mondo perfetto e non si proponevano come maestri di virtù o un esempio da seguire. Vivevano di ciò che avevano e nulla più. La tesi più accreditata [tra di loro] era che la soluzione dei problemi della nazione non avesse nulla a che vedere con la forma costituzionale: con la Monarchia o con la Repubblica, il popolo avrebbe continuato ad essere sempre ignorante e miserabile, le elezioni sarebbero sempre state decise da pochi tiranni di provincia […] In Portogallo mancava del tutto la tradizione di sentirsi cittadini di uno Stato, un certo desiderio di libertà, il gusto di pensare e d agire di testa propria. […] Il morbo era molto più grave di una semplice epidemia, e un Colpo di Stato costituzionale non avrebbe certo potuto arginarlo.
In culo al mondo
Il libro di Antunes è un romanzo forte che o si ama o si odia.
Due le citazioni che rendono molto bene il pensiero dell’autore e chiariscono senza ombra di dubbio il titolo del romanzo; si trovano rispettivamente a pagina 38 e 44:
Egregio dottor Salazar se lei fosse qui le infilerei una bomba a mano nel culo.
In culo al mondo, dissimulato in una divisa mimetica che mi dava l’apparenza equivoca di un camaleonte disincantato…
#iorestoacasa ma non rinuncio a #viaggiaretralerighe e a sognare Lisbona attraverso i libri, le storie e i ricordi della mia città del cuore.
Pura poesia.
Até logo, Lisboa!
Per chi volesse saperne di più su Liliana Navarra e sulle sue molteplici attività, ecco il link dove trovare tutte le informazioni: lillyslifestyle.com