Buon anno e buon viaggio tra le righe: ecco il quinto e ultimo episodio del nostro viaggio in Portogallo ma… torniamo presto con una formula ancora più intrigante!
E così, siamo arrivate alla fine di questo anno davvero fuori dal comune e anche all’ultima puntata del nostro viaggio tra le righe alla scoperta di Lisbona e del Portogallo. Purtroppo non possiamo ancora volare a Lisbona e vagare senza meta per le stradine di Alfama, ma confidiamo di poterlo fare presto! Nel frattempo, possiamo continuare a viaggiare attraverso le storie e le pagine dei libri. E allora non perdiamoci d’animo e partiamo insieme per il quinto episodio di questa rubrica dedicata ai consigli di lettura sul Portogallo e Lisbona; come sempre, mi accompagna Liliana Navarra, italiana che vive a Lisbona da diciotto anni, guida turistica, esperta del Portogallo, scrittrice e blogger.
I LIBRI DI OGGI
Entrambe siamo appassionate lettrici e, come di consueto, vi offriamo spunti di lettura, idee per itinerari di viaggio insoliti e suggestioni letterarie che raccontano questa città sfavillante che profuma di oceano e questo Paese posto all’estremo Occidente d’Europa.
Per la quinta e ultima tappa del 2020, anno davvero straordinario che rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria, ho scelto per voi due libri, che hanno come scenario, come punto di partenza e di arrivo, Lisbona: Lisbona, libro di bordo. Voci, sguardi e memorie di José Cardoso Pires (Traveller/Feltrinelli, 1997) e Un anno a Lisbona di Fabio Roccabella (Mupeditore, 2018).
Ecco la diretta della quinta puntata:
Un anno a Lisbona
Nel romanzo di Fabio Roccabella incontriamo Lilian, in assoluto il personaggio che ho amato di più fino ad ora nel nostro viaggiare tra le righe: una signora di una certa età a cui, dopo la morte del marito, la comunità ebraica di cui fa parte, affida una delicata missione. Lilian parte da New York alla volta di Lisbona e si getta con coraggio e grande umanità in un’avventura che le cambierà la vita.
Due le citazioni che descrivono molto bene Lilian, la protagonista del romanzo che, mi auguro, conquisterà voi così come ha conquistato me; si trovano rispettivamente a pagina 57 e 110:
Per quarant’anni le sue giornate erano state scandite dall’incombenza di fare la spesa e cucinare, da montagne di carne lessa, purè e ortaggi che toccava pulire. Ora basta. Decise anche di non fare le pulizie. Si sarebbe fatta aiutare. […]
Essere libera di decidere della sua vita le dette un senso di vertigine. Non l’aveva mai potuto fare, aveva sempre dovuto pulire e cucinare, prima per i fratelli e i genitori, poi per il marito e il figlio. Le sembrava di essersi nutrita di avanzi per una vita intera. Aveva fatto l’infermiera per quarant’anni. Ora era anziana, stanca e aveva da mandare avanti un negozio per conto del Centro Ebraico, per una giusta causa. Doveva pensare solo a quello. Per la prima volta nella sua esistenza, le sembrò che la libertà di fare quello che voleva e la possibilità di condurre la propria esistenza, come per magia, coincidessero. […] Era la sua nuova condizione, e bisognava ammettere che aveva almeno un pregio: dava una sensazione di grandissima, sconfinata, inspiegabile libertà.”
Lisbona. Libro di bordo
In Lisbona. Libro di bordo le mie citazioni preferite si trovano a pagina 31-33 e tracciano un quadro vivace e caratteristico di una istituzione che contraddistingue tutti i giardini e i parchi di Lisbona: i gruppetti di anziani che ogni giorno vi si danno appuntamento per giocare a carte:
I vecchi dei giardini compaiono come i gatti quando c’è il sole, ma a stormi […] chi può indovinare la loro biografia? Imprigionati nella rata della pensione o nella vedovanza, mentre il maltempo li tiene in allarme, saltano per strada appena spunta il sole e si distribuiscono per i giardini a giocare a carte. Fanno gruppo sulle panchine dove prima erano seduti gli innamorati, improvvisano partite a carte e chiacchiere. […] Nel giardino di Estrella, che è territorio dei bambini, si trasformano in arcipelaghi della cospirazione dello scopone. […] Nei giardini di Praça do Principe Real, con quell’albero materno e quasi sacro posto al centro, si potrebbe dire che hanno il traffico addosso: tram, autobus, la vita attiva e vorace. Ma non cedono, resistono facendo gruppo intorno al mazzo di carte, la lettura che li culla nella veglia che precede il sonno finale. […] Ma è nel Belvedere di Santa Caterina che i vecchi praticano in tutta libertà i loro incontri d’azzardo e di fortuna. In alto, bene in alto, quasi a strapiombo sul Tago e con la statua del mostro Adamastor a proteggerli, studiano le giocate con lo sguardo volto alle nuvole e muovono labbra mute, come se pregassero tra sé e sé. La città sembra essersi fermata lì. Le poche persone che passano non perdono tempo ad ammirare lo squarcio luminoso che si apre al di sopra del fiume fino alla linea dell’altra sponda del Tago.
[…] Ai loro piedi scendono a picco strade e traverse con scalinate verso il Conde Barão, ma loro, che lo conoscono da sempre, non ci fanno neppure più caso. Non fanno caso né a queste né alla funicolare della Bica che sale e scende in un estenuante viavai fra panni stesi alle finestre, conversazioni fra dirimpettai e monelli di strada sempre sul sentiero di guerra. […] E intanto, sdegnoso e distante dalla sua pace, il Belvedere di Santa Caterina è come se non avesse nulla da spartire con ciò che gli succede intorno. Il cielo e il Tago gli fanno compagnia, e c’è un silenzio di provincia che ci allontana dal tempo. Qui è possibile scrutare il solitudine oltre l’orizzonte; quando gli abitanti di Lisbona dicono «vedere le navi dal Belvedere di Santa Caterina» intendono proprio questo. Vogliono dire che questo luogo è il belvedere di un viaggio che si è sognato e si è perduto nei nostri occhi. Penso a questa espressione ogni volta che vedo i vecchi illudere la sorte in quell’esilio così vicino al cielo. Uno di loro, uno dei più anziani, ha detto che quando arriverà la sua ora vorrebbe passare all’altra vita con un crocefisso tra le mani e un mazzo di carte in tasca.
E come dargli torto? Ottimo programma anche se, fosse per me, preferirei passare all’altra vita con un bicchierino di porto tra le mani e un mazzo di carte in tasca, ma che siano Tarocchi!
#iorestoacasa ma non rinuncio a #viaggiaretralerighe e a sognare Lisbona attraverso i libri, le storie e i ricordi della mia città del cuore.
Pura poesia.
Até logo, Lisboa! Até logo a tutte e a tutti voi, care compagne e cari compagni di viaggio.
Liliana ed io torniamo il prossimo anno con nuovi libri, nuove storie e con una formula ancora più intrigante! Seguiteci!
Per chi volesse saperne di più su Liliana Navarra e sulle sue molteplici attività, ecco il link dove trovare tutte le informazioni: lillyslifestyle.com