Sono molto contenta che il mio racconto Vale, valete faccia parte di questa opera corale, la raccolta di racconti Il tempo sospeso. Storie di vita durante la pandemia a cura di Laura Romano, che esce in libreria in questi giorni per la casa editrice Il Ciliegio.
Nei primi mesi del 2020 il mondo intero si è trovato ad affrontare una situazione inimmaginabile. La pandemia di Coronavirus ha radicalmente cambiato le nostre abitudini quotidiane, la nostra percezione dello spazio e del tempo, il nostro modo di vivere le relazioni. Un’esperienza forte, per certi versi sconvolgente, che ha fatto emergere atteggiamenti, comportamenti, pensieri ed emozioni in ciascuno e ciascuna di noi. [… ] Questi ricordi rimarranno negli occhi di tutti: dolorosi e indelebili.
INCROCI E STRADE
Conosco Laura Romano da anni grazie alla sua attività di pedagogista e formatrice molto competente, attiva e apprezzata nella città di Como (e non solo). Le nostre strade si sono felicemente incrociate su temi che entrambe abbiamo molto a cuore: il femminile e il percorso che ognuna di noi può affrontare per fiorire e rifiorire, a tutte le età, e per scoprirsi essere unico e splendido.
Quando, in tempi di lockdown, Laura ha lanciato sui social l’appello a raccontare come ognuno e ognuna di noi stesse vivendo questi giorni così straordinari, ho accettato con gioia il suo invito e mi sono subito messa all’opera. La scrittura e la lettura mi sono sempre state accanto nei momenti cruciali della mia vita e, anche in questi mesi, sono state una costante luminosa, che ho coltivato con ancora maggiore dedizione.
VALE, VALETE
Il mio contributo a questa raccolta l’ho scritto di getto, una notte di aprile, seduta sulla panca nel mio angolo preferito della cucina.
Ne è nato un racconto dolcemente malinconico ma che sa far sorridere, a tratti, un ritratto di famiglia che ci parla di un addio a una persona cara, ma anche di un nuovo slancio per andare avanti con ottimismo e fantasia.
Ecco l’incipit del mio racconto, che trovate a pagina 148 e che si intitola Vale, valete.
Como, Monte Olimpino, nuova frontiera della zona protetta di Lombardia, Italia, venerdì 20 marzo 2020.
Mi sveglio con una sensazione di carta vetrata umida sulla guancia e con il solito fruscìo di fondo. La mia gatta guardiana è sempre accanto a me e, appena do segni di vita, si sposta dall’incavo delle gambe, dove ha trascorso tutta la notte, e si accuccia sul mio petto, per darmi il buongiorno con la sua lingua ruvida. Questo è il nostro rito mattutino e nulla è cambiato. Il fruscìo di fondo invece non è quello consueto delle automobili che sfrecciano veloci sul viadotto autostradale che sovrasta casa; ormai il traffico non esiste più. Questo sì che è cambiato. Il ronzìo che mi giunge all’orecchio è prodotto dai ventilatori del vicino supermercato. Normalmente non li sento ma da qualche settimana nulla è ‘normale’. Ora riesco a udire come quasi assordante un rumore che di solito passava inosservato persino alle orecchie sensibili di una musicista come me. Cullata da questo residuo di musica metropolitana, rimango ancora in uno stato di dormiveglia e davanti agli occhi della mente si materializzano l’asfalto dell’autostrada, il profilo del tracciato che inanella un tunnel dopo l’altro per arrivare all’uscita vicino a casa: Monte Olimpino. Monte Olimpino, l’ultima frontiera a Nord dell’Italia prima di sconfinare nel più vicino Paese straniero, la Svizzera. Un tempo luogo di lavoro, ora meta irraggiungibile. Monte Olimpino, un nome importante, che lascia intendere un luogo in alto, alloggio di divinità antiche, dal quale poter scrutare con una certa distanza, tutto ciò che accade sotto, in convalle, agli abitanti della città di Como, una collina baciata dagli dei e dal sole di questa giornata di primavera che sta per cominciare.
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Nel mese di novembre 2020 questo libro dal titolo Il tempo sospeso. Storie di vita durante la pandemia è pubblicato per la casa editrice Il Ciliegio e si può acquistare in libreria, direttamente dalla casa editrice, online CLICCANDO QUI.